di Giuseppe Longo

E’ passato appena da quindici giorni il 4 novembre che segnava il centenario della fine della Grande Guerra, di quell’ “inutile strage” come l’aveva definita Benedetto XV. E con la commemorazione di quella data-chiave del 1918 sono finite anche le celebrazioni, almeno quelle principali. Ma il ricordo non deve venir meno, bensì deve essere alimentato da idonee iniziative legate proprio a quel primo conflitto mondiale che segnò, a costo di una vera e propria carneficina, l’inizio di una nuova pagina della storia del nostro Friuli, ma anche d’Italia e d’Europa in quel quadrante che è crocevia di popoli, culture e lingue diverse, che prima del conflitto si identificava nell’Impero austro-ungarico.

E in questa necessità di ricordare, anche una volta passate le cerimonie ufficiali, i convegni, le conferenze, ci dà un prezioso aiuto – soprattutto perché destinata alle nuove generazioni per le quali la conoscenza del passato e delle proprie origini è fondamentale – una bellissima serie di web-documentari dal titolo “In viaggio nella Grande Guerra” realizzati da Luigi Vitale per il Consorzio Turistico Gorizia e l’Isontino, presieduto da Elda Felluga, “con lo scopo di promuovere il turismo storico – si legge nel trailer – e far conoscere in modo diretto e veloce i luoghi degli accadimenti storici ed i punti di grande interesse del territorio Goriziano e Isontino, legati alla Grande Guerra”.  E si aggiunge: “Il viaggiatore verrà guidato su sei itinerari con diversi percorsi di approfondimento e troverà, oltre ai luoghi e ai siti più suggestivi, anche il taccuino di viaggio, arricchito di informazioni riguardanti gli alberghi, le cantine, i ristoranti e gli artigiani situati lungo il tragitto”.

Ecco tre immagini del Colle di Sant’Elia a Redipuglia. 

L’importante realizzazione storico-culturale – che beneficia delle immense possibilità offerte dalla rete – è stata presentata a Gorizia, nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio, presenti, con la stessa Elda Felluga, in rappresentanza del Consorzio che ha appunto promosso l’iniziativa, Roberta Demartin, presidente della Fondazione Carigo, Bruno Pascoli, presidente della Associazione Isonzo Gruppo di Ricerca storica, e Raffaella Sgubin, direttore del Servizio Musei e Archivi storici Erpac, oltre al regista Vitale, che ha accompagnato le immagini colte dalla sua telecamera con il racconto della giornalista Margherita Reguitti, la quale ha arricchito il suo dire fornendo anche utili indicazioni per conoscere quanto di buono, di bello e di interessante offrono oggi i luoghi che furono teatro delle cruente battaglie di un secolo fa, sia in Italia che in quelle zone che attualmente sono oltre confine, vale a dire in Slovenia. Terre che sono di una bellezza tale che meritano d’essere conosciute e ulteriormente valorizzate.  “Spunti per conoscere il territorio – ha detto Elda Felluga, che è pure presidente del Movimento Turismo del Vino del Friuli Venezia Giulia – per incontrare artigiani, fare acquisti di oggetti unici, ma anche scoprire atelier di artisti e visitare luoghi unici e di grande fascino”.

Ecco, allora, che ci viene in aiuto proprio questo progetto, scandito attraverso 40 web-documentari che ci descrivono sei itinerari in quelli che appunto furono proprio i luoghi della Grande Guerra. Il tutto è consultabile gratuitamente digitando www.gois.it ed è stato possibile grazie alla Op Art Editore, a Sentieri di pace della Pro loco Fogliano Redipuglia e all’Associazione Isonzo Gruppo di Ricerca storica che hanno beneficiato dei contributi della Fondazione Carigo e di Promoturismo Fvg che hanno sostenuto economicamente il progetto del Consorzio Turistico Gorizia e l’Isontino.

Gli itinerari partono da Redipugliadove c’è il Sacrario più grande d’Italia con il dirimpettaio Colle di Sant’Elia – e continuano a San Michele del Carso, località immortalata dai versi di Giuseppe Ungaretti, il fante-poeta, per scendere poi al parco tematico di Monfalcone. Quindi si sale sul monte Kolovrat, che si innalza tra le Valli del Natisone e la piana di Caporetto (Kobarid), si segue il corso dell’Isonzo – fiume sacro alla Patria e oggi dedicato ai popoli d’Europa -, partendo dalla Val Trenta sopra Plezzo (Bovec) scendendo poi nel Tolminotto (Tolmin) e lungo la vallata che porta a Gorizia, arrivandovi attraverso Santa Lucia d’Isonzo (Most na Soci), Canale (Kanal) e Salcano (Solkan), ai piedi del monte Sabotino teatro di scontri tremendi, con il maestoso ponte ferroviario edificato in epoca imperiale agli inizi del secolo scorso, prima dello scoppio della guerra che lo distrusse tanto da richiederne la ricostruzione durante il Ventennio mussoliniano. Infine, c’è proprio Gorizia, città ricca di memorie legate proprio a quei tragici anni. Ci accompagnano con opportune e curate narrazioni Giorgio Cian, Stefano Cosma, Pierluigi Pintar, Silvo Stock, Bruno Pascoli e Raffaella Sgubin.  Una bellissima iniziativa, insomma, non solo perché ci aiuta a capire meglio pagine dolorosissime della nostra storia, ma anche a conoscere quanto oggi queste terre martoriate ci offrono. Perché, dopotutto, conoscendo il passato, bisogna pur sempre guardare avanti e progredire.

Una trincea, il circuito di Redipuglia e un cippo al bersagliere.

 

E domenica a Rosazzo
il libro di Mondini
sul generale Cadorna

di Gi Elle

E sempre nell’ambito delle celebrazioni per la conclusione del primo conflitto mondiale, s’inserisce anche la presentazione del libro di Marco Mondini “Il Capo La Grande Guerra del generale Luigi Cadorna” (Edizioni Il Mulino) che avverrà domenica prossima, 25 novembre, alle 10.30, all’abbazia di Rosazzo: il colloquio con l’autore sarà a cura di Bruno Pascoli, presidente dell’Associazione Isonzo Gruppo di Ricerca storica.   L’iniziativa è sostenuta dall’azienda vitivinicola Livio Felluga con il patrocinio, in particolare, del Comune di Manzano e del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo.   Il professor Marco Mondini insegna Storia militare all’Università di Padova ed è ricercatore all’Istituto storico italo-germanico della Fondazione Bruno Kessler di Trento. «Quale disastro più grande del mio? In dieci giorni io, l’idolo dell’Italia e dell’Europa, si può dire, sono giunto al fondo della miseria», disse di se stesso Luigi Cadorna nel novembre 1917 dopo la disfatta di Caporetto.

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In copertina, l’immenso Sacrario di Redipuglia.

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